Luogo:
via Roma, Torino

3 commenti

daniele: il 13-gen-20 17:18

prova commento immagine

dani: il 13-gen-20 18:31

Splendida foto e grande sensibilità. È Venezia, avvolta nei suoi simboli, nei ricordi e rivolta ad un futuro...

dani: il 13-gen-20 18:35

"Ciao" è entrato nella lingua italiana solo nel corso del Novecento. Deriva infatti dal termine veneto (più specificamente veneziano) s'ciao ([ˈst͡ʃao]), proveniente dal tardolatino sclavus, traducibile come "[sono suo] schiavo".[2] Si trattava di un saluto assolutamente reverenziale, variamente attestato nelle commedie di Carlo Goldoni in cui viene pronunciato con sussiego da nobili altezzosi e cicisbei; ne La locandiera, ad esempio, il Cavaliere di Ripafratta si congeda dagli astanti con «Amici, vi sono schiavo», espressione usata anche da Don Roberto nella commedia La dama prudente (atto I, scena VI).

Nonostante ciò, a partire dall'Ottocento si diffuse come saluto informale dapprima in Lombardia, dove venne alterato assumendo la forma "ciao". Nello stesso periodo cominciò a penetrare nella lingua italiana, tanto che nel suo Dizionario della lingua italiana Niccolò Tommaseo constatava – con un certo rammarico – come anche in Toscana qualcuno cominciasse ad usare la formula "vi sono schiavo".

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